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Educare i cani

Educazione dei cani: 10 miti da sfatare

I cani sono l’animale domestico più diffuso e più apprezzato al mondo. È importante per chi sceglie di adottare un cane, sia che si tratti di un cucciolo, che si tratti di un adulto, conoscere le regole fondamentali di educazione e convivenza.

I cani possono essere una gioia da accogliere nelle vostre vite, ma sono a tutti gli effetti degli impegni da non sottovalutare; e per questo è importante essere ben consci del cambiamento che state portando nelle vostre vite. Un cane vive in media 10-15 anni, quindi scegliere di adottare un cucciolo, significa abbracciare l’idea di aggiungere un impegno costante alle proprie vite. A tal proposito è buona regola informarsi sull’indole e sulla propensione della razza di cane che si vuole adottare. Se siamo abituati a una vita sedentaria e non usciamo di frequente, è meglio non portare a casa degli animali di indole molto attivi, perché la convivenza potrebbe diventare un disagio per entrambi. Il cane proverà in tutti i modi ad assecondarvi, ma chiedergli di cambiare in maniera drastica la sua natura è una violenza a tutti gli effetti, che difficilmente vi consentirà di fare.

Oggi vi parliamo dei 10 miti da sfatare in merito all’educazione dei cani. Sono ancora molti quelli che si lasciano guidare dal sentito dire o dal “lo sanno tutti”, i veri esperti sono gli educatori cinofili e solo loro sono specializzati e competenti per poter rispondere alle vostre domande e ai vostri dubbi.

Chiarito questo ecco qui di seguito i 10 miti da sfatare:

1. I cani anziani non apprendono: nulla di più falso, anzi, il cane anziano, nonostante sarà sicuramente più diffidente ad accettare le vostre regole del gioco, in quanto ha un bagaglio di esperienze che lo distingue dal cucciolo, più facile da ingannare poiché inesperto, è dotato di una maggiore concentrazione. Questo lo aiuterà a concentrarsi sull’insegnamento e, anche se più lento, ama lo stesso i premietti e le coccole ed è disposto a tutto pur di guadagnarsele;

2. Tendere la mano verso il cane per farsi conoscere: questo per il cane è un segno di mancato rispetto, al pari della carezza da uno sconosciuto senza prima chiedere il permesso. Il cane è in genere molto curioso e se vuole delle carezze da voi, sarà lui ad avvicinarsi e annusarvi e a richiedere la vostra attenzione. In alternativa basta stare in piedi accanto a lui senza guardarlo negli occhi, magari battendo la mano sulla coscia, così da simulare il suono di una coda che sbatte. Il cane lo interpreterà come un invito al gioco e non si farà pregare tanto per prendersi una bella dose di carezze;

3. Non si deve usare il cibo per educarlo: per lui l’educazione è a tutti gli effetti un lavoro e pretendere che lo faccia gratis è un insulto alla sua intelligenza. Il cane, grazie anche al suo spiccato spirito di sopravvivenza, riconosce nel cibo il premio migliore che si possa ottenere in assoluto. È quindi importante dosare i premietti e utilizzarli in modo attento e accorto, così che il cane riesca a riconoscere i comportamenti corretti e che in futuro sia più predisposto all’ascolto e all’obbedienza;

4. Se scodinzola è contento: la coda è solitamente un buon indicatore dell’umore del cane. Se ha la coda tra le gambe è impaurito, se scodinzola è felice e sta giocando. Questa regola non scritta vale quasi sempre, ma in realtà il cane tende a scodinzolare anche se agitato o sotto stress, può essere utile in questi casi leggere altri segnali, come la rigidità muscolare o la postura. Se il cane scodinzola, ma è irrigidito e il resto del corpo esprime agitazione, probabilmente c’è qualcosa che non va e quindi non è detto che sia predisposto al gioco;

5. Mettere il muso sulla pipì: soprattutto nei primi mesi di convivenza il cane tende a non saper gestire e controllare i propri bisogni. L’antico rimedio del muso sulla pipì è in realtà un falso mito, che se applicato può portare ulteriore disagio e confusione. Infatti il cane a cui viene riservato questo trattamento avrà solo paura di fare i propri bisogni in punti facilmente visibili e tenderà a sfogarsi in zone meno esposte della casa, provocando ulteriori disagi e non mostrando alcun tipo di apprendimento. È bene invece spostarlo nel punto in cui vogliamo che faccia i bisogni e fargli capire che deve associare quel posto con il luogo adatto. Magari premiandolo ogni qual volta fa i bisogni nel posto giusto, così da associarlo a una cosa positiva;

6. Con il tempo imparerà: il cane non riesce a distinguere cosa è giusto e cos'è sbagliato, si lascia guidare dai propri istinti primordiali, quindi aspettare che maturi o che col tempo acquisisca comportamenti diversi è del tutto inutile, anzi permettere che assuma comportamenti errati da cucciolo lo porterà a una maggiore riluttanza nei confronti di qualsiasi istruzione quando crescerà. Per una civile e pacata convivenza è buona regola addestrarlo con calma e pazienza fin da cucciolo, utilizzando clicker e premietti e magari chiedendo aiuto a un esperto in educazione cinofila;

7. Quando non sono in casa combina danni di proposito: quello di rompere cose e fare danni in casa è un messaggio di disagio e noia da parte del cane. È importante abituarlo fin da cucciolo alla vostra assenza, lasciandolo libero di esplorare gli spazi e rendersi autonomo il più possibile. Chiudere le porte quando si va in altre stanze e resistere alla tentazione di aprire quando piange o gratta è un buon inizio per abituarlo a capire che non può sempre stare in contatto. Allungando di volta in volta i momenti di solitudine, imparerà a non vivere questi momenti come una punizione o un abbandono;

8. Esistono razze più stupide di altre: i cane sono animali molto intelligenti e di conseguenza hanno necessità di stimoli continui per esprimere al meglio le proprie capacità. Non esistono razze più stupide di altre, semplicemente in base alla propria indole hanno più o meno propensione all’ascolto e all’apprendimento. Tutte le razze, così come gli incroci sono in grado di apprendere, solo se seguiti con pazienza e con perseveranza i comandi e gli input che noi gli diamo. Ci vorrà più tempo con cani che perdono facilmente la concentrazione, ma alla fine, se fatti nel modo giusto, tutti gli sforzi porteranno a dei risultati;

9. Si comporta come se fosse umano:: il cane non conosce le emozioni umane che spesso gli attribuiamo, non può essere testardo, dispettoso o capriccioso. La sua indole lo guida fin dalla nascita e per il quieto vivere sta a voi accompagnare i cani in ogni passo della loro crescita. Ogni azione che fa è guidata da innumerevoli sensazioni che non corrispondono a quelle umane e che devono essere affrontate con il pensiero che quello che stiamo vivendo è un viaggio di scoperta reciproca, in cui ognuno deve adeguarsi ai bisogni dell’altro. A volte è necessaria una maggiore pazienza, ma con il tempo e con l’esercizio, qualsiasi cane acquisirà una propensione all’ascolto e alla disciplina;

10. Gli piace essere abbracciati: così come detto in alcuni dei punti prima, i cani hanno un linguaggio e un modo di esprimersi totalmente diverso dal nostro. Gli umani percepiscono l’abbraccio come un gesto di affetto, che è indicativo del volersi bene. Per i cani invece le cose non stanno esattamente così, i nostri amici a quattro zampe, percepiscono l’abbraccio come una sopraffazione delle sue volontà, una zampa che lo copre, indica per lui la volontà di sottometterlo e batterlo nel suo territorio. Quando abbracciate un cane, invece di trasmettergli il vostro amore lo fate sentire in trappola e incapace di sfuggire alla vostra supremazia, trasmettendogli di conseguenza, un sentimento di forte disagio.

Speriamo che vi sia piaciuta questa lettura nei meandri dei segreti dei nostri amici a quattro zampe.

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